I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
-dal 1 maggio 2013 sembrerebbe che l’INPS abbia deciso la sospensione delle visite fiscali d’ufficio per le assenze per malattia dei lavoratori del settore privato, lasciando in essere solo quelle a richiesta dei datori di lavoro. Tale decisione pare sia scaturita dalla necessità di far fronte alla richiesta di riduzione della spesa degli enti pubblici di previdenza e assistenza sociale;
– una decisione, quella sopra citata, che sta determinando una enorme preoccupazione tra i 1.381 medici fiscali iscritti nelle liste di medicina fiscale presso l’INPS, che prima del 1 maggio svolgevano la funzione di accertamento per l’ente in regime di convenzione come liberi professionisti, sette giorni su sette. Si tratta di professionisti che per anni hanno dedicato esclusivamente la loro attività alla medicina fiscale e che purtroppo, oggi, per l’effetto della drastica sospensione rischiano di ritrovarsi senza un lavoro e con una oggettiva difficoltà di reinserimento nel circuito lavorativo, anche perché si tratta, per la maggior parte, di persone alle soglie dei cinquant’anni;
– tale servizio, sinora, è stato assicurato, su tutto il territorio nazionale, da medici con un’elevata professionalità maturata in media da almeno 15 anni di attività, tra l’altro eseguita a titolo prevalente a seguito delle pesanti incompatibilità loro imposte dall’INPS;
– su tale scelta si sono espressi anche i rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici (FNOMCeO) parlando a tal proposito di una scelta boomerang, poiché il rischio che si paventa è che in assenza di controlli aumentino le assenze per malattia con un ulteriore aggravio di spesa. Da quanto si apprende, infatti, nel 2012 con il regime delle visite fiscali di ufficio, il costo totale per le indennità di malattia a carico dell’Inps è stato pari a 2 miliardi di euro?–:

– quale sia la stima del Ministro circa i possibili rischi di incremento dei tassi di assenteismo che si potrebbero determinare a seguito della scelta adottata dall’INPS di sospendere o, quanto meno, fortemente ridimensionare il servizio di ispezioni mediche;
– se il Ministro interpellato non ritenga utile attivare celermente un confronto con l’INPS e con le rappresentanze delle organizzazioni sindacali dei medici fiscali volto ad individuare soluzioni organizzative atte ad assicurare un livello credibile di visite fiscali d’ufficio per le assenze per malattia, anche al fine di offrire prospettive di continuità lavorativa per questi professionisti, tenendo conto dei rischi di aggravio dei costi a carico dello Stato che ne potrebbero scaturire.

Lenzi (primo firmatario), Bellanova, Amato, Antezza, Argentin, Arlotti, Biondelli, Blazina, Burtone, Carnevali, Censore, D’Incecco, D’Ottavio, Del Basso De Caro, Cinzia Maria Fontana, Fregolent, Gelli, Giacobbe, Ginoble, Gregori, Maestri, Magorno, Malpezzi, Manfredi, Miotto, Mongiello, Montroni, Simoni, Valiante, Zampa, Benamati

 

La risposta del sottosegretario Carlo Dell’Aringa

(seduta del 13 giugno 2013)

Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ringrazio l’onorevole Lenzi e gli altri interpellanti per aver sollevato e richiamato l’attenzione su questo, che è uno dei diversi problemi che il nostro Governo dovrà affrontare: essi riguardano la difficoltà di contemperare le esigenze dei risparmi che la pubblica amministrazione deve fare, e gli effetti negativi che questi risparmi possono produrre sull’indotto collegato all’attività della pubblica amministrazione. Inevitabilmente, ogni qual volta l’attività della pubblica amministrazione si riduce nel tentativo di effettuare risparmi, tale riduzione ha effetti evidenti sull’attività di altri, che dalla prima dipendono.
È un periodo in cui problemi di questo tipo sono affrontati; ne dovremo affrontare uno proprio nel campo degli appalti di pulizia che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha deciso in passato, e che saranno a rischio per effetto dei risparmi che anche tale Ministero dovrà fare. Proprio nella mia qualità di sottosegretario al lavoro, ho continuamente sotto mano casi di questo genere da affrontare, molto spiacevoli perché si tratta appunto di contemperare obiettivi validi entrambi, ma che in qualche misura devono essere sacrificati. Talvolta la decisione di sacrificare l’uno piuttosto che l’altro può essere anche sbagliata, ma tant’è: è difficile naturalmente poter salvaguardare obiettivi generali, in una situazione di dover fare quadrare i conti pubblici.
Questo lo dico in via generale, non è incluso nell’appunto che adesso leggerò; ma volevo premettere questo, proprio per ringraziare dell’attenzione che è data ad un caso che è emblematico rispetto ad una situazione più generale. Con il che, naturalmente, nulla vieta di riconsiderare anche ciascun caso a sé, e di trovare quell’equilibrio di cui parlavo prima in modo magari diverso da come è stato fatto sinora. Leggo ora la risposta più diretta all’interpellanza che ci è stata posta.
Si richiama l’attenzione sulla presunta sospensione disposta dall’INPS delle visite fiscali d’ufficio per le assenze per malattia dei lavoratori del settore privato, nonché sulle conseguenze di tale determinazione sull’attività lavorativa dei medici che finora hanno svolto la funzione di accertamento per conto dell’istituto. Faccio presente che l’INPS, su esplicita richiesta anche del nostro Ministero, ha comunicato di non aver mai sospeso tali controlli, ma di aver solamente previsto per l’anno in corso una temporanea riduzione delle visite mediche disposte d’ufficio.
Tale determinazione, già illustrata nel corso di uno specifico incontro dall’istituto ai rappresentanti delle associazioni dei medici, trova la propria giustificazione nelle recenti disposizioni normative che impongono importanti tagli alle spese di funzionamento degli enti pubblici di assistenza e previdenza. In particolare, l’articolo 1 della legge n.?228 del 2012 ha imposto all’INPS tagli alle proprie spese di funzionamento tali da conseguire, a decorrere dal 2013, risparmi aggiuntivi complessivamente non inferiori a 300 milioni di euro l’anno.
L’INPS ha altresì precisato che – nel corso del 2012 – su un totale poco superiore a 1 milione 200 mila visite mediche di controllo, circa 917 mila sono state disposte d’ufficio (per una spesa complessiva pari a circa 50 milioni di euro) e che, all’esito di tali visite, è stato possibile pervenire ad una riduzione della prognosi solo in 83 mila casi.
Dico questo solo sapendo quanto è difficile mettere a confronto spesso delle spese sostenute da un istituto e poi i risultati di questi accertamenti; sono sempre confronti che non solo è difficile fare ma è difficile trarre conclusioni, però questo può essere utile per fare qualche riflessione proprio sugli effetti di queste visite di controllo, almeno dal punto di vista quantitativo.
In ogni caso, proprio per questo, l’istituto ha deciso di incrementare l’efficienza dei controlli medici attraverso una più ampia selezione dei casi da monitorare, pur in presenza di una sensibile diminuzione del numero di visite mediche eseguite d’ufficio. Cioè, in poche parole, minori risorse, minori visite ma maggiormente mirate per non incidere sull’efficacia delle visite stesse.
Questa decisione risulta, peraltro, in linea con l’esigenza di una sempre maggiore efficienza e efficacia dell’azione amministrativa, cui l’INPS ha potuto fare fronte anche mediante l’utilizzo di innovativi strumenti tecnologici, quali ad esempio – faccio un po’ un elenco di quelle che l’INPS ha messo in atto, per cercare di rendere appunto questo uso delle risorse e questo sistema più efficiente – il sistema di Data Mining, attraverso il quale la scelta dei soggetti da sottoporre a visita di controllo viene guidata da un «sistema informatico esperto» che garantisce oggettività, conservazione e riproducibilità delle azioni effettuate. Infatti, attraverso la costante elaborazione di tutti i certificati acquisiti e storicizzati presenti nei database centrali, l’istituto è in grado di individuare tutti quelli in costanza di prognosi. In tal senso, il modello di analisi delle certificazioni di malattia è basato su una particolare tecnica statistica di analisi che permette di segnalare i certificati più «a rischio» – ecco qui il concetto di mirare gli interventi – in termini di adeguatezza della prognosi e sulla base di un indicatore di probabilità. Vi è poi il ricorso alle cosiddette valigette informatiche di cui sono dotati i medici di controllo, per la redazione – presso il domicilio del lavoratore – del «verbale informatico» che viene trasmesso in tempo reale ai sistemi informatici dell’istituto. In tal modo, l’esito della visita risulta immediatamente disponibile per le attività di competenza dell’INPS e reso contestualmente accessibile. Infine, una nuova procedura – cosiddetta SAVIO – ancora in fase di rilascio, per l’ottimizzazione dell’assegnazione delle visite ai medici di lista.
Da ultimo, con riferimento al rischio di un possibile incremento della spesa per l’indennità di malattia come conseguenza della riduzione delle visite mediche di controllo, l’istituto ha precisato di effettuare un attento monitoraggio – a livello territoriale e nazionale – delle visite mediche con il supporto delle procedure informatiche e dei flussi comunicativi telematici esistenti. Attraverso tale monitoraggio, in particolare, potranno essere rilevate eventuali anomalie circa l’andamento della spesa per la gestione delle visite mediche in oggetto.
Dopodiché naturalmente il monitoraggio è in corso, può dare dei risultati e, ripeto, può dar luogo anche ad una revisione di questa decisione tesa a ridurre il numero delle visite rispetto all’efficacia degli interventi. Con questo naturalmente non affronto il problema delle conseguenze che queste decisioni possono avere sull’attività dei medici che sono coinvolti in questa attività, questo non per significare che questo è un risultato poco significante dal punto di vista dell’amministrazione e dei risparmi che deve effettuare e dell’efficienza degli interventi che deve garantire. È un problema che ha risvolti anche sociali e professionali non indifferenti, di questo ci rendiamo conto e sarà tenuto, come lo è tuttora, in grande considerazione nel momento che il monitoraggio possa portare qualche aggiustamento di queste decisioni sui risparmi temporanei che sono stati decisi.

La discussione in aula

(Seduta del 13 giugno 2013)