La Camera,

in sede di discussione del decreto legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca,

premesso che:

si registrano sempre più innumerevoli casi di violenza sulle donne e di femminicidi i cui numeri non sono più tollerabili e che nei riguardi di questa tematica si stanno mettendo in campo misure a tutela delle donne;

tra le diverse azioni da adottare per contrastare tali fenomeni, prioritaria è quella volta a prevenire discriminazioni e sessismi prima che degenerino in meccanismi patologici di violenze sulle donne e tale azione, per la sua specifica valenza, è da svolgersi prioritariamente in campo educativo attraverso interventi non estemporanei o generici ma da programmare all’interno del sistema scolastico, sulla scorta di quanto avviene già a livello europeo;

tutti i Paesi membri hanno predisposto in campo educativo e scolastico strumenti di sensibilizzazione e di lotta contro gli stereotipi. In particolare, già con il Quarto Programma d’azione (1996-2000), la politica europea delle pari opportunità si era integrata in tutti i settori e nelle azioni dell’Unione e degli Stati membri, ivi compresa l’azione educativa che si svolge nella scuola, pur nel rispetto delle peculiarità e tradizioni dei singoli Stati;

la Comunità Europea, con l’obiettivo strategico B4, «Formazione a una cultura della differenza di genere», ha stabilito la necessità «di recepire, nell’ambito delle proposte di riforma della scuola, dell’università, della didattica, i saperi innovativi delle donne, nel promuovere l’approfondimento culturale e l’educazione al rispetto della differenza di genere»;

la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 marzo 1997 (GU 21.5.1997, n.116) recante «Azioni volte a promuovere l’attribuzione di poteri e responsabilità alle donne, riconosce e garantisce libertà di scelta e qualità sociale a donne e uomini», già da allora si è posto tra gli obiettivi prioritari volti a promuovere la parità di opportunità tra uomini e donne «la formazione a una cultura della differenza di genere» ed ha individuato tra le azioni specifiche di tale obiettivo l’aggiornamento dei materiali didattici;

il progetto POLITE (Pari Opportunità nei Libri di Testo) che, nel 1999, ha visto l’AIE, editori italiani associati, impegnati a darsi un codice di autoregolamentazione volto a garantire che nella progettazione e nella realizzazione dei libri di testo e dei materiali didattici vi fosse attenzione allo sviluppo dell’identità di genere e alla rimozione degli stereotipi, come fattore decisivo nell’ambito dell’educazione complessiva dei soggetti in formazione;

tuttavia, il codice POLITE elaborato non è mai stato recepito come norma specifica da valere erga omnes e tuttora è stata vanifica la pur lodevole e necessaria iniziativa;

di recente, una petizione pubblica alla quale hanno aderito più di tredicimila persone, ha chiesto, analogamente a quanto avviene in quasi tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, l’adozione di provvedimenti da introdursi in ambito scolastico volti a perseguire la cultura del rispetto e della consapevolezza delle identità di genere ed in particolare, l’adozione proprio del Codice POLITE con l’introduzione di azioni specifiche da attuarsi in campo scolastico-educativo attraverso metodologie e contenuti volti alla diffusione di una cultura rispettosa delle identità di genere e alla rimozione degli stereotipi sessisti,

impegna il Governo:

a fissare tra gli obiettivi nazionali dell’insegnamento e nelle linee generali dei curricoli scolastici la cultura del rispetto e della consapevolezza delle identità di genere e il superamento degli stereotipi sessisti;

affinché i libri di testo in ambito scolastico rispettino le indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione POLITE (esplicitate operativamente nei due vademecum allegati al codice) attraverso una dichiarazione di adesione al medesimo codice.

Carocci (primo firmatario), Malpezzi, Blazina, Rocchi, Pes, Ghizzoni, Malisani, Coscia, Manzi, Ascani, Bossa, Murer, Roberta Agostini, Bellanova, Di Salvo, Zampa, Carnevali, Giacobbe, Cenni, Coccia, Costantino, Piazzoni, Nicchi, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Raciti, D’Ottavio, Rampi, Centemero

Ordine del giorno sul disegno di legge di conversione dle decreto istruzione presentato il 31 ottobre 2013