Maggiore sostegno alle famiglie, incentivi fiscali per l’occupazione femminile anche dopo la maternità, più servizi, politiche di conciliazione tra i tempi di cura, di vita e di lavoro e un maggior coinvolgimento nella vita familiare dei padri, attraverso l’estensione del congedo obbligatorio di paternità: sono queste le richieste avanzate in una mozione firmata anche dall’onorevole Elena Carnevali, presentata oggi alla Camera, che punta a impegnare il governo sul fronte del contrasto alla crescita demografica zero.

I dati sono infatti preoccupanti: nascite in calo (8 ogni mille residenti nel 2015, al minimo storico dai tempi dell’Unità d’Italia), un calo demografico a malapena compensato dai flussi migratori, una popolazione sempre più vecchia (l’età media in Italia è di 44,6 anni).

“Questi numeri rappresentano un “debito” demografico che rischiamo di lasciare alle generazioni future – spiega Carnevali – soprattutto in termini di previdenza, assistenza sanitaria e assistenza. Se vogliamo invertire la rotta dobbiamo puntare sulle cause per cui oggi le coppie fanno meno figli, o non ne fanno proprio: i servizi all’infanzia e alle famiglie non sempre adeguati, una condivisione dei compiti tra uomo e donna spesso sbilanciata e il rischio che avere un figlio possa compromettere l’accesso al lavoro, visto che il 22,4% delle donne, dopo la gravidanza, perde il proprio impiego. Vogliamo costruire le condizioni per cui il desiderio di maternità o paternità possa trovare un sostegno, e non un ostacolo, nella società e nel mondo del lavoro”.

Passi avanti sono stati fatti, a partire dal Jobs Act e dalla legge di stabilità con la concessione del part time obbligatorio al rientro dalla maternità, lo stop alle dimissioni in bianco, l’ampliamento del congedo di paternità obbligatorio e altri provvedimenti. Ma è una strada che bisogna continuare a percorrere, secondo i firmatari della mozione.