Oggi il sì definitivo alla Camera alla proposta di legge che prevede l’istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore.

“È una legge estremamente importante in cui viene rilanciato il sistema degli ITS, che ora cambiano nome e diventano Istituti Tecnologici Superiori – commenta l’on. Elena Carnevali, tra i firmatari della proposta di legge – Probabilmente a causa di persistenti pregiudizi che contrappongo i licei agli istituti superiori, gli ITS non sono mai stati soggetti a efficaci interventi normativi”.

“Anche per tale ragione abbiamo voluto conferire a questi istituti una nuova disciplina, al pari degli altri Paesi europei – continua – La legge consolida un sistema composto da oltre 110 fondazioni in tutta Italia riconosciute come fondazioni ITS alle quali partecipano università, imprese, istituzioni locali e istituti tecnici. Ad esse è affidato, dal Ministero dell’Istruzione in condivisione con le regioni, il compito di realizzare corsi avanzati in ambiti strategici per il settore manifatturiero e per quello dei servizi”.

Ora gli Istituti Tecnologici Superiori rientrano in un sistema di formazione parallela all’università, con percorsi biennali o triennali di formazione professionale, che gli studenti potranno affrontare dopo il diploma. Rispetto alla normativa vigente la legge approvata ha molti aspetti innovativi, tra cui: nuove aree tecnologiche, suddivisione dei percorsi ITS in due livelli, maggior accordo con sistema universitario e AFAM, rafforzamento della sinergia con le imprese, un sistema di accreditamento degli ITS Academy e il regime giuridico.

“La decisione presa allinea finalmente l’Italia al resto degli altri Paesi Europei, seppur con un ritardo di circa cinquant’anni; la Germania, ad esempio, possiede un sistema di formazione terziaria dagli anni 70’ – sottolinea Carnevali – Tale ritardo ha avuto negative ripercussioni anche sulla questione dell’abbondono scolastico e sulla produttività delle imprese”.

Non solo, “la legge di riforma degli ITS rientra tra quelle previste dal PNRR ed è necessaria a sbloccare un 1,5 miliardi di euro di finanziamento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra gli obiettivi previsti ci sono il raddoppio degli attuali studenti portandoli a oltre 40.000 e la realizzazione di corsi per la creazione di tecnici specialisti della transizione digitale e green –  conclude l’onorevole – È questo uno strumento nuovo a disposizione di migliaia di giovani, soprattutto ragazze, un modo giusto e produttivo di investire le risorse”.