I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per sapere
– premesso che:
una visione miope e ragionieristica del Piano di rientro della spesa sanitaria in Calabria ha cagionato una autentica «desertificazione» sanitaria, con servizi disponibili solo virtualmente, con posti letto del tutto inesistenti, con ospedali che chiudono e non vengono sostituiti con i centri di assistenza primaria territoriale; i restanti presidi ospedalieri (come pure gli ospedali di Montagna di Acri, San Giovanni In Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli), restano depotenziati e sono lasciati con gravi carenze di personale e di risorse tecniche e strumentali;
di conseguenza, i fallimenti del piano di rientro gestito dal commissario Scopelliti, in Calabria, hanno sostanzialmente messo in discussione il diritto costituzionale alla salute, come peraltro drammaticamente dimostra l’analisi 2012 condotta dell’università svedese di Göteborg sulla qualità della sanità in Europa;
i dati, presentati nei giorni scorsi al Cnel, in occasione del consueto briefing annuale sulla qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni, hanno confermato che il sistema sanitario calabrese è il peggiore che ci sia in Europa: infatti, l’analisi condotta dall’università svedese sulla qualità della sanità in Europa, ha collocato la Calabria all’ultimo posto tra le 172 regioni europee, confermando il grave stato di sofferenza nel quale versa il sistema sanitario calabrese;
con decreto n.?100 del 22 luglio 2013 è stato rinnovato incarico commissariale all’Asp di Vibo Valentia;
la commissione d’accesso antimafia insediatasi all’Asp di Cosenza qualche mese fa ha inviato una dettagliata relazione al prefetto di Cosenza sullo stato gestionale e di infiltrazione mafiosa all’interno dell’Asp stessa che ha un bilancio annuale di circa un miliardo di euro;
il rapporto «Verifica degli adempimenti livelli essenziali di assistenza Lea 2011» pubblicato sul sito del Ministero della salute che riguardano le regioni a statuto ordinario più la Sicilia, colloca la Calabria all’ultimo posto delle regioni d’Italia per il rispetto dei livelli essenziali di assistenza;
il Presidente della regione Giuseppe Scopelliti è stato nominato commissario ad acta, ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del decreto-legge n.?159 del 2007 (convertito con modificazioni dalla legge n.?222 del 2007 e successive modificazioni e integrazioni) con obiettivo tecnico dell’abbattimento del disavanzo e rientro dal debito sanitario della regione Calabria;
con la motivazione che il commissariamento non sarebbe riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 31 dicembre 2012 – termine previsto per il suo epilogo – il tavolo Massicci ha prorogato di ulteriori tre anni il Piano di rientro della spesa sanitaria in Calabria;
l’8 aprile 2013, al termine della riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, è stato redatto un verbale che cozza palesemente con quanto asserito dal commissario Scopelliti che ha recentemente prospettato un quadro in crescita per l’intera sanità regionale;
nella suddetta riunione dell’8 aprile 2013, è emersa la scarsa omogeneità dei livelli LEA, con una forte sperequazione dell’offerta sanitaria: in Calabria, insomma, non sono nemmeno garantiti i livelli minimi di assistenza con una conseguente situazione di emergenza sanitaria e di smantellamento dell’offerta sanitaria;
inoltre, l’8 aprile 2013, il tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza hanno evidenziato il gravissimo ritardo riguardo agli interventi connessi all’erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza, invitando il commissario, al fine di evitare che si creino i presupposti di cui all’articolo 2, comma 84, della legge n.?191 del 2009, ad attuare tempestivamente ogni utile azione necessaria per garantire l’erogazione dei LEA in maniera uniforme sul territorio regionale;
in Calabria, la dotazione di posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie risulta pari a circa 0,4 posti letto per 1.000 residenti al 1o gennaio 2013, inferiore al valore di riferimento (0,7) del decreto-legge 6 luglio 2012, n.?95. Risulta carente l’assistenza domiciliare e l’assistenza residenziale e semiresidenziale rivolta ad anziani, disabili e ai malati terminali, ed è stata constatato un ritardo sul cronoprogramma per il processo di riconversione delle strutture ospedaliere in più appropriate strutture territoriali;
la Calabria presenta altresì diverse criticità nell’erogazione di servizi afferenti all’area della prevenzione, con particolare riferimento al settore degli screening oncologici;
come risulta dai verbali di tavolo e comitato delle riunioni di verifica del piano di rientro della regione Calabria, il servizio sanitario regionale della Calabria continua a presentare un rilevante disavanzo cumulato dagli esercizi pregressi che deve ancora trovare una copertura e che annualmente viene riportato nel successivo risultato di gestione dell’anno corrente;
pertanto, in ragione dei disavanzi pregressi che non hanno trovato adeguata copertura, per la regione Calabria si sono realizzate le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di IRAP e addizionale regionale all’IRPEF, per l’applicazione del blocco automatico del turn over del personale del servizio sanitario regionale fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in corso e per l’applicazione del divieto di effettuare spese non obbligatorie per il medesimo periodo;
inoltre, le azioni intraprese dalle aziende per il 2012 non hanno avuto effetti apprezzabili dovuti ad una parziale applicazione della norma cosiddetta spending review in particolare per i servizi;
il Piano prevedeva la conclusione delle procedure di accreditamento definitivo delle strutture, ma le criticità evidenziate ad oggi non risultano superate;
la sezione regionale della Corte dei conti, nella sua relazione annuale sull’esercizio finanziario 2012 della regione Calabria, ha ribadito l’estrema rigidità del documento-strumento contabile, con fondi assorbiti per la maggior parte dal sistema sanitario che impegna il 48 per cento dell’intera spesa;
infine, ma non per ordine di importanza, il tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza hanno ritenuto non risolte le criticità correlate alla necessità di un comportamento collaborativo tra struttura regionale, commissario e sub commissari;
l’articolo 2, comma 84, della legge n.?191 del 2009 prevede che qualora il presidente della regione, nominato commissario ad acta per la redazione e l’attuazione del piano, non adempia in tutto o in parte agli obblighi, il Consiglio dei ministri, adotta tutti gli atti necessari ai fini della predisposizione del piano di rientro e della sua attuazione. La stessa norma prevede che, nei casi di riscontrata difficoltà in sede di verifica e monitoraggio nell’attuazione del piano, il Consiglio dei ministri, sentita la regione interessata, nomina uno o più commissari ad acta di qualificate e comprovate professionalità ed esperienza in materia di gestione sanitaria per l’adozione e l’attuazione degli atti indicati nel piano e non realizzati?–:
se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra denunciato e in particolare del fatto che in Calabria sta diventando sempre più complicato garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza;
quali iniziative urgenti intenda mettere in atto al fine di evitare il collasso del sistema sanitario regionale calabrese.
Censore (primo firmatario), Mazzoli, Borghese, Aiello, Burtone, Argentin, Dallai, Fregolent, Scalfarotto, Stumpo, D’Attorre, Castricone, Carbone, Valeria Valente, Bindi, Bersani, Chaouki, Casellato, Casati, Giacomelli, Roberta Agostini, Zoggia, Madia, Carocci, Carnevali, Bueno, Battaglia, Lacquaniti, Costantino, Placido, Franco Bordo
Interpellanza presentata il 1° agosto 2013
La risposta del sottosegretario Paolo Fadda
(seduta del 20 settembre 2013)
Signor Presidente, la presente interpellanza tratta una problematica di significativo interesse – credo che l’illustrazione stessa dell’onorevole Censore lo dimostri – sia per il sistema sanitario in generale e nazionale sia per il Ministero della salute, risalente ormai negli anni.
Si ricorda, infatti, che la regione Calabria è stata oggetto già negli anni 2007-2008 di numerosi provvedimenti urgenti per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
In via preliminare, le questioni all’esame fanno emergere con evidenza ancora una volta come la regionalizzazione del sistema sanitario, non solo non ha eliminato le diseguaglianze tra le regioni, ma addirittura per alcune realtà le ha accentuate.
Ecco perché ritengo che anche partendo dall’esame della questione della Calabria, dobbiamo assieme al Parlamento analizzare le cause per trovare le soluzioni adeguate, anche di tipo normativo, che garantiscano sul territorio nazionale nella stessa misura i livelli essenziali di assistenza.
Ho avuto già modo di esaminare la difficile questione della regione Calabria, pur se circoscritta alla provincia di Cosenza, nel mese scorso.
Nel merito delle questioni sollevate dalla presente interpellanza, è utile ricordare che il piano di rientro dal disavanzo della regione Calabria è stato siglato con accordo il 17 dicembre 2009 e, con delibera del Presidente del Consiglio dei ministri il 30 luglio 2010, è stato nominato – come è stato ricordato anche dall’interpellante – il presidente pro tempore della regione Calabria, quale commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro.
Con specifico riferimento alle condizioni che hanno determinato l’applicazione dell’automatismo fiscale – come è stato ricordato –, si conferma quanto illustrato dagli onorevoli interpellanti e cioè che, in ragione dei disavanzi pregressi della regione Calabria, che non hanno trovato adeguata copertura, si sono verificati i presupposti normativi per l’incremento delle aliquote fiscali di IRAP e addizionale regionale IRPEF, nel rispetto delle vigenti norme.
I tavoli di monitoraggio dell’attuazione del piano di rientro della regione Calabria hanno evidenziato il grave – ripeto, il grave – ritardo con il quale la regione sta procedendo alla riorganizzazione del Servizio sanitario regionale.
Per quanto attiene alla erogazione dei LEA, l’ultimo aggiornamento dei dati conferma la carenza di posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, che risulta pari a circa 0,4 posti letto per 1.000 residenti, al 1o gennaio 2013, rispetto allo standard previsto di 0,7.
In ordine alla situazione relativa all’erogazione di assistenza territoriale, risulta una quota di anziani assistiti a domicilio (3,18 per cento), inferiore rispetto al valore definito dal Comitato LEA, ed una dotazione insufficiente di posti letto, presso residenze sanitarie assistite per anziani.
Si evidenzia, altresì, un numero ancora inadeguato di posti letto presso strutture residenziali destinate all’assistenza psichiatrica.
Si confermano criticità nell’erogazione di servizi afferenti all’area della prevenzione, con particolare riferimento agli screening, come si evince dalla bassa quota di residenti che hanno effettuato test di screening oncologici in programmi organizzati.
I predetti tavoli di monitoraggio, che si sono riuniti il 16 luglio 2013, hanno riscontrato ripetute lacune in ordine allo schema del programma operativo e restano in attesa di un programma operativo che tenga conto delle numerose osservazioni già avanzate in merito. È stata ancora una volta richiesta la trasmissione degli atti di programmazione delle reti assistenziali. Basti pensare al grave ritardo nella riorganizzazione della rete dei laboratori.
Sono state inoltre rilevate criticità nell’atto di intesa tra «Fondazione Campanella» e Azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini», quali, ad esempio, i requisiti per l’accreditamento della fondazione, i posti letto di cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, il finanziamento delle strutture, la gestione dei servizi comuni tra le due strutture, il personale.
In considerazione delle molte criticità evidenziate i tavoli di monitoraggio hanno invitato la struttura commissariale ad intraprendere ed attuare tempestivamente ogni necessaria ed idonea azione volta a tutelare e garantire l’uniforme erogazione dei LEA nel territorio regionale.
Tali adempimenti in ossequio alla disciplina vigente, saranno valutati in sede di comitato LEA nonché in occasione di prossimi confronti con i Ministeri affiancanti, al fine delle determinazioni da assumere.
Un’ultima considerazione. A proposito delle iniziative da intraprendere nel rispetto dei piani di rientro, ritengo che le medesime non possano e non debbano pregiudicare il diritto alla salute costituzionalmente protetto, ecco perché è necessaria una azione sinergica tra Governo e Parlamento per individuare le soluzioni di cui ho già parlato.