Erika Defendi passeggiava per il centro cittadino assieme al figlio. Una giornata normalale, se non fosse che ad un certo punto Erica si rende conto che il figlio, tetraplegico dalla nascita, è oggetto di derisione da parte di due giovani che ne scimmiottano la camminata, ridendo e dicendo parolacce.

Erica, affranta, si sfoga sui social e raccontando l’accaduto. Il comportamento delle due giovani devono fare interrogare non solo loro e le loro famiglie, ma tutti noi.
Evidentemente dobbiamo ancora lavorare molto sul fronte dell’inclusione: significa riconoscere che chi ci sta davanti è uguale a noi: siamo piuttosto noi che, fermandoci di fronte alla sua disabilità, non lo riconosciamo come tale, che ne prendiamo le distanze, che discriminiamo.
E che non capiamo come quella persona sia parte della nostra stessa comunità, dove i bisogni del singolo sono importanti per tutti.